Nel restauro di un Galletto deve essere prestato un occhio di particolare riguardo ai piccoli particolari ed a quelle caratteristiche che fanno di un intervento di ripristino un ritorno alle condizioni di originalità del veicolo.
Tra questi rientra il tema delle rondelle di alluminio della carrozzeria.
Una caratteristica tipica e assoluta del Galletto, che troppo spesso viene trascurata, sia perché non se ne conosce da un lato l’esistenza, sia perché non se ne comprende l’importanza.
In realtà si tratta di un aspetto peculiare della nostra motocicletta.
Un particolare, come detto, singolare e per questo prezioso, che non passa inosservato all’occhio esperto.
Sin dalle primissime versioni del 160 cc, la Moto Guzzi adottava nell’assemblaggio delle componenti della carrozzeria l’accorgimento di fissare i pezzi facendo agire le viti ed i dadi sulle superfici di particolari ranelle estremamente sottili e per questo flessibili.
La caratteristica sta nella possibilità di tirare le viti senza provocare la rottura o l’insorgere di crepe nello strato di vernice che ricordiamo era realizzata alla nitro sino al 175 cc (1953) ,quindi dal 1954 in poi a smalto sintetico a forno.
Il problema oggi sta nelle misure non normalizzate delle ranelle; da qui la necessità di mantenere il più possibile integre le ranelle che smontiamo nel corso del nostro restauro o di acquistare i pochi ricambi disponibili, anche in questo caso merce davvero rara.
Non di meno, anni fa erano ancora reperibili tra la ricambistica la ranelle citate e chi ne ha fatto incetta con lungimiranza può oggi soddisfare le necessità della propria collezione, fermo restando che, ripetiamo, non si tratta di ranelle standard e per questo non sono reperibili in ferramenta, essendo caratterizzate da misure più larghe in ordine ai diametri oggi reperibili commercialmente, nonchè di spessore di circa quattro decimi di millimetro.
